GONFIORE ADDOMINALE E DISTURBI DELL’APPARATO DIGERENTE

DIMMI COME MANGI E TI DIRO’ CHI SEI

Mangiare cibo in grande quantità nel più breve tempo possibile è un comportamento alimentare sempre più diffuso.
Chi mangia in modo vorace rischia di assumere più cibo del necessario, preferendo al piacere di assaporare il cibo, la sensazione di pienezza, perdendosi così tutti i piaceri dei sapori e degli odori; in poco parole non sa mangiare e non prova nessun piacere e i rischi sono molti: aumento di peso, la comparsa di reflusso gastroesofageo, gas ed eruttazione dopo i pasti, sensazione di gonfiore e peso sullo stomaco, disturbi intestinali come gonfiore, flatulenza, areofagia, meteorismo.
Purtroppo sempre più persone di ogni età mangiano troppo velocemente e con voracità.

Perché si vuole mangiare tutto e subito? Le ragioni possono essere diverse.
Viviamo una vita frenetica, incalzata da troppi impegni che programmiamo durante la giornata rischiando così di rubare il tempo necessario dedicato al nostro pasto, perchè ci sono sempre cose più importanti di cui occuparci, e anche quando ne abbiamo il tempo ormai questo atteggiamento è diventato abituale. Anche le persone ansiose e frenetiche denotano questo tipo di comportamento alimentare, oppure ci si abbuffa di cibo in modo vorace per colmare altri vuoti e disagi spesso legati alla sfera emotivo-affettiva.

Immaginiamo di mettere una telecamera nello stomaco potremmo vedere arrivare tutto il cibo che abbiamo ingerito: solido e liquido, cotto e crudo, freddo e caldo, con volumi diversi soprattutto grandi perché il cibo, mangiando velocemente, non viene masticato.
Una volta che il cibo è entrato nello stomaco questo inizia a contrarsi per ridurlo in una papetta, perché dovrà passare in una fessura molto stretta per entrare nell’intestino. Ma se una persona, mangiando velocemente, non mastica a sufficienza ecco che il cibo ha dimensioni molto grandi e questo obbliga il suo stomaco ad un maggiore lavoro, con contrazioni continue, forti e prolungate. E se immaginiamo che ogni alimento ( carboidrati, proteine, ecc. ) ha il suo tempo di permanenza all’interno dello stomaco, la digestione gastrica diventa sempre più lunga e faticosa con conseguenze come senso di pienezza, gonfiore dopo il pasto, reflusso gastroesofageo, eruttazioni, gastriti, sonnolenza dopo i pasti.
E se il cibo non sufficientemente ridotto in piccole porzioni come richiede il nostro apparato digerente, potrebbe passare nell’intestino e provocare disturbi anche qui:
irritazione intestinale, infiammazione, fermentazione, condizioni non favorevoli alla nostra salute generale.

Come dobbiamo mangiare allora?

  • Prima cosa, sembra banale ma non lo è, sedersi comodamente a tavola senza guardare la tv o il cellulare, perché distoglie l’attenzione da ciò che mangiamo e come lo mangiamo.
  • Secondo, abituarsi a portare il cibo dal piatto alla bocca e non la bocca al piatto, e per farlo un buon consiglio è di appoggiare la forchetta al piatto ogni volta che abbiamo preso un boccone, dandoci così il tempo di masticare ed assaporare il cibo, ricordandoci che il cibo, oltre ad essere necessario alla nostra vita, è un piacere.
  • Terzo, dedicare tempo al nostro pasto, almeno 30-40 minuti, è il tempo che la natura ha deciso di darci per mangiare prima che inizi la digestione. PRENDIAMOCELO!
    Dedicare tempo al nostro pasto significa assaporare i gusti, i profumi per provare il piacere di mangiare e non solo nutrirsi per vivere.